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I workshop di fotografia sono uno step molto interessante e gratificante del mio percorso professionale come fotografo professionista.
Ovviamente non ci si improvvisa maestri della fotografia durante la propria carriera senza una valida motivazione; la formazione in ambito fotografico è un'attività che da sempre mi stimola molto regalandomi molte soddisfazioni sopratutto a livello umano.
Mi sono reso conto che la qualità media delle immagini sta scadendo sempre di più, sopratutto in rete; che c’è poca cultura figurativa.
Per certi versi è colpa del digitale, che ha avuto tanti impatti positivi ma (va detto) ha anche aperto le porte dell’inferno: rispetto alla pellicola, quando si centellinavano le fotografie per risparmiare su sviluppo e stampa, adesso le fotografie si sprecano.
A molti basta un cellulare o una semplice pubblicazione su Vogue / Photovogue per illudersi di essere maestri della fotografia.
E invece per diventare “veri” fotografi serve studiare (storia dell’arte, storia del cinema, tecniche fotografiche, composizione dell’inquadratura… tanto per cominciare) e fare tanta tanta pratica, con molta, molta passione.
La risposta, banalmente, è: “Dipende!”
Dipende dal tuo obiettivo (e parlo di ambizioni). Parti dalle basi e vuoi un’infarinatura generale di tecnica fotografica? Oppure hai già un buon livello pratico e vuoi approfondire le tue conoscenze teoriche? In questo caso potrebbe esserti utile un corso di fotografia.
Tieni presente che, come tutti i corsi, per sua natura avrà certe caratteristiche:
▪ La classe è composta da un discreto numero di persone. È una considerazione banale, certo, ma è da tenere a mente perché troppe domande da parte dei partecipanti rischiano di rallentare il percorso di tutta la classe. Se sei uno studente rigoroso e silenzioso potresti essere infastidito dai colleghi troppo curiosi o che “non capiscono niente”. Se sei un tipo che preferisce l’interazione e lo scambio di idee… prima o poi sarai zittito con stizza.
▪ Segue un calendario fisso che non può (se non in minima parte) essere modificato in base alle esigenze degli allievi. E se perdi una lezione? Forse potrai recuperarla al prossimo corso….
▪ Prevede un programma ampio, per coprire una serie di argomenti che possano attirare un numero di iscritti tale da giustificare la partenza del corso. In questo caso potresti scegliere di iscriverti solo ai moduli che ti interessano di più. In ogni caso i tuoi compagni di classe potrebbero aver un background professionale ed esigenze formative molto diverse dalle tue.
▪ È strutturato su una scaletta di argomenti prestabilita e poco flessibile.
Il workshop fotografico nasce con tutta un’altra impostazione, che lo rende più agile e snello. In altre parole “lean”:
▪ Prevede la partecipazione di un numero limitato di persone o anche una soltanto (il corso individuale, che io consiglio sempre). Anzi: è proprio costruito in partenza attorno a quel piccolo gruppo di persone e alle loro esigenze; questo significa che qualsiasi “allievo” potrà fare domande e chiedere consigli all’insegnante molto più facilmente che in una classe affollata. Inoltre chi partecipa ha competenze, abilità ed esigenze simili.
▪ Data, luogo, orari e durata sono definiti in base alle esigenze di tutti i partecipanti (non solo dei docenti).
▪ Il tema del workshop potrà essere concordato con l’insegnante
▪ Il programma può essere modificato anche “in itinere” se emergono esigenze particolari durante il suo svolgimento, anche grazie all’interazione tra partecipanti e insegnante
Anche nel mercato dei workshop fotografici l’offerta si sta omologando: mi sono accorto che spesso gli organizzatori sono interessati più all’aspetto economico che a quello formativo. Per questo, prima di iscriverti a un workshop di fotografia, ti consiglio di chiedere a chi lo organizza: «Che tipo ci workshop fai?»
Tanti pubblicizzano molto il fatto che regalano ai partecipanti un filtro stiloso o l’ultimissima versione di un plug-in… Questi sono gadget! Quello che manca, quasi sempre, in questo tipo di corsi è una cosa fondamentale: la lettura a l’analisi critica delle fotografie degli allievi. È questo che ti aiuta a capire a che punto sei arrivato in una ipotetica linea di progressione, come ti collochi rispetto agli altri fotografi.
Nei miei workshop parto dalle basi tecniche e teoriche della fotografia:
▪ I Maestri della Fotografia
▪ Come creare un Concept / Progetto
▪ La Composizione fotografica
▪ Come funziona la Reflex: esposizione, diaframma, ottuatore, iso etc
▪ La pratica fotografica sul campo
▪ La Post Produzione digitale: dalle impostazioni sulla macchina, allo sviluppo del file Raw, fotoritocco e color correction.
Il livello successivo è condividere qualcosa di “mio”:
▪ Tips & Tricks: Trucchi fotografici, molto pratici per migliorare da subito le tue foto.
▪ Ti spiegherò perché NON fare certe foto.
▪ Il mio metodo di lavoro.
▪ Quello che ho imparato con la pratica come fotografo professionista.
La differenza rispetto a tanti altri workshop di fotografia è che insegno poche cose alla volta, ma buone. Che siano tecniche pratiche o nozioni di cultura, le seleziono prima di ogni lezione in modo da avere un focus molto specifico. Perché ho visto che così le persone riescono a fare proprio quello che ascoltano.
Realizzo solo workshop per gruppi ristrettissimi di persone o addirittura 1to1, ovvero corsi individuali che personalmente preferisco e consiglio, per completezza e soddisfazione, sia per l'allievo che per il sottoscritto.
In questo modo riesco davvero a progettare un programma “su misura”, molto mirato sugli obiettivi dei partecipanti e sul loro interesse o settore professionale.
I miei sono workshop forse anche troppo “esclusivi”, in senso stretto. Ma così evito la confusione dei gruppi più allargati e posso concentrarmi non solo su cosa sto spiegando, ma anche su chi mi sta ascoltando.
Si tratta di una scelta.
Perché il mio obiettivo è trasferire davvero delle competenze ai miei “allievi”. Cerco di costruire un percorso insieme a loro, di guidarli nella loro crescita come fotografi ma anche come esseri umani. Di renderli anche capaci di fare autonomamente un’analisi critica del loro lavoro. Insomma cerco di essere un mentore in campo fotografico e non solo. Mentoring, tecnica di training molto in voga negli USA, significa formare attraverso la relazione: chi ha più esperienza affianca chi ne ha meno per aiutarlo a sviluppare delle competenze professionali.
Nel panorama professionale italiano questo metodo non è mai stato importato, ed è un peccato: le persone hanno bisogno di mentori.
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